Io Canto Il Corpo Elettrico! by Bradbury Ray

Io Canto Il Corpo Elettrico! by Bradbury Ray

autore:Bradbury Ray
La lingua: it
Format: mobi, epub
pubblicato: 2010-01-17T21:00:00+00:00


* * *

Era una bella giornata luminosa. L'elicottero ci fece alzare delicatamente e ci fece passare su e giù attraverso i grattacieli, per deporci poi quasi con una capriola in cima all'edificio dove le grandi lettere si potevano anche leggere dal cielo:

FANTOCCINI.

«Cosa sono?» chiese Agatha.

«È un cognome. "Fantocci" è una parola italiana, e vuol dire pupazzi, credo, o creature di sogno» spiegò papà.

«E "incarnare", che cosa significa?»

«Noi cerchiamo di intuire e rappresentare i vostri sogni» dissi.

«Bravo!» disse papà. «Dieci e lode.»

La mia faccia si illuminò di gioia.

L'elicottero, creando intorno una quantità di ombre rumorose, si alzò in volo e se ne andò.

Sprofondammo dentro l'edificio in un ascensore che ci diede l'impressione che anche il nostro stomaco cadesse nel vuoto. Poi uscimmo su una passatoia scorrevole che si dirigeva attraversando un fiume azzurro e lanoso, verso un banco sopra il quale erano appesi vari cartelli: Il negozio degli oggetti meccanici. La nostra specialità sono i fantocci. I conigli sul muro non sono un problema per noi.

«I conigli sul muro?» Io alzai le mie dita di profilo come se le tenessi di fronte a una fiamma di una candela e le mossi in modo che formassero delle orecchie. «Ecco il coniglio, e qui c'è il lupo, e questo è il coccodrillo.»

«Ma naturale» disse Agatha. E ci trovammo davanti al banco. Sopra di noi aleggiava una musica in sordina.

In qualche posto imprecisato, dietro le pareti, si sentiva il continuo rumore di meccanismi e macchinari che si muovevano delicatamente. Quando arrivammo al banco, l'illuminazione cambiò per farci apparire più caldi, e più felici, anche se sentivamo ancora freddo.

Tutto intorno a noi in nicchie e in scatole, e appesi al soffitto da fili e corde c'erano marionette e burattini, e le bambole di Bali, di carta trasparente d'aquilone e di bambù, che, sospese contro la luce della luna, fanno giochi d'acrobati nei vostri sogni o incubi più segreti. Il lieve alito di vento sollevato dai nostri corpi, passando, aveva messo in movimento quelle varie anime appese ai loro patiboli. Era come un immenso linciaggio fatto durante un giorno di vacanza, a qualche crocicchio di strade inglese quattrocento anni prima. Vedete? Io conosco la storia!

Agatha si guardava in giro incredula, sbattendo gli occhi, con un lieve senso di apprensione che si trasformò infine in disgusto.

«Bene, se questo è quello che sono, sarà meglio che ce ne andiamo.»

«Silenzio» ammonì papà.

«Beh,» protestò lei «mi hai regalato uno di questi stupidi oggetti con i fili due anni fa e all'ora di cena i fili erano trasformati in un miliardo di nodi. Ho gettato tutto fuori dalla finestra.»

«Pazienza» disse papà.

«Vedremo quello che si può fare per eliminare i fili.»

Aveva parlato l'uomo che stava dietro il banco.

Ci voltammo tutti a prenderlo in considerazione.

Assomigliava vagamente a uno dei funzionari di un'impresa di pompe funebri, e aveva avuto l'intelligenza di non abbozzare un sorriso. I bambini vengono spesso insospettiti dalle persone più anziane che sorridono troppo. Immaginano subito che ci sia sotto qualcosa. Senza sorridere, ma anche senza aver un aspetto severo o declamatorio, l'uomo disse: «Guido Fantoccini, al vostro servizio.



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